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Cinema

5 film distopici che non puoi non aver visto

Atmosfere tetre e piovose. Metropoli soffocanti e cloni umani. Cosa contraddistingue un genere cinematografico non classico, ma che sta spopolando negli ultimi anni?

Chiunque abbia visto anche solo un film della trilogia di Hunger Games, o letto libri come 1984 di George Orwell, conoscerà bene il genere distopico.

La distopia è espressione dei nostri incubi più cupi. Rappresenta una realtà altamente negativa, spesso futura e postapocalittica, in cui la società, per come la intendiamo ora, risulta collassata. Il contrario dell’utopia dunque, una realtà invece apparentemente perfetta, senza guerre né disuguaglianze, modello ideale e irraggiungibile di ogni società.

Ecco una lista dei migliori film distopici che, se interessati al tema, non potete non aver visto.

#1 Metropolis (Fritz Lang, 1927)

Capostipite film distopici: Metropolis
Metropolis (1927) dir. Fritz Lang

Se apprezzate i film muti, vi consigliamo Metropolis di Fritz Lang. Considerata il capostipite del genere distopico e di fantascienza, quest’opera è un’efficace rappresentazione di una lotta di classe, fra borghesia imprenditoriale e proletariato, nella quale spicca la figura di un giovane ricco che si innamora di una insegnante e profeta di nome Maria.

#2 Blade Runner (Ridley Scott, 1982)

Capolavoro film distopici: Blade Runner
Blade Runner (1982) dir. Ridley Scott

«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi… ». Alzi la mano chi non l’ha mai sentita.

Sempre attorno al 2020 è ambientato Blade Runner, sci-fi movie ricco di effetti speciali e aggiornamento di Metropolis. Rimasto impresso nell’immaginario collettivo per l’uso smodato di neon colorati all’interno di un’atmosfera oscura e piovosa, a questo film si deve il merito di aver inventato la parola “replicante” per indicare un essere robotico, esteticamente uguale ad umano, ma con capacità intellettuali e forza fisica superiore. Il cacciatore di taglie, Rick, compie una travagliata azione di inseguimento di quattro di questi automi in fuga dalla loro condizione di schiavi a cui la società li ha costretti.

#3 The road (John Hillcoat, 2009)

Film distopici da vedere: The Road
The Road (2009) dir. Hillcoat

In The Road, con Viggo Mortensen, viene presentato uno scenario postapocalittico, nel quale un uomo e un bambino viaggiano con il loro carrello verso sud, in cerca di salvezza. Tutto è grigio e desolato e i pochi sopravvissuti sono cannibali e criminali. Cosa permetterà loro di proseguire e non soccombere? L’amore che li lega e il ricordo di un passato felice. Preparatevi a scene piuttosto crude e strazianti.   

#4 Non lasciarmi (Mark Romanek, 2010)

Film distopici da vedere: Non lasciarmi
Non lasciarmi (2010) dir. Romanek

In Non lasciarmi l’umanità è così crudele da creare dei cloni con il solo scopo di renderli donatori di organi. Kathy, Tommy e Ruth non hanno genitori, ma non sono neppure orfani. Crescono insieme ponendosi continuamente domande sulla loro esistenza. Che senso può avere una vita così? Il senso che anche la maggior parte di noi dà alla sua: l’amore. In fondo, questi cloni, non sono così distanti da noi umani.

#5 The Lobster (Yorgos Lanthimos, 2015)

Film distopici da vedere: The Lobster
The Lobster (2015) dir. Lanthimos

Tra i film distopici più conturbanti di sempre una posizione la detiene sicuramente The Lobster. In un futuro grottesco e inverosimile, l’essere single dopo una certa età diventa una condanna punibile con la deportazione in un hotel dove si deve trovare un compagno entro 45 giorni. Altrimenti si viene trasformati in un animale. David, alias Colin Farrell, ha già deciso l’animale in cui verrà trasformato se non sarà fortunato. Metafora della nostra realtà? Beh, la costante paura di rimanere soli che contraddistingue i nostri tempi, ci porta spesso ad avere relazioni di convenienza.

Buone notizie anche per i lettori: tutti i film distopici che vi abbiamo consigliato in questo articolo, eccetto The Lobster, sono basati su romanzi.

Nerd felice

Di Serena Gaudenzio

Fashion Student and Blog content Writer
«Francamente, mia cara, me ne infischio»

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