Leandro Colantoni nasce nel 1991 ad Agrigento, in Sicilia. Inizia a fotografare un paio di anni fa, da autodidatta, dopo aver scoperto il lavoro del fotografo italiano Luigi Ghirri. Per esprimersi utilizza principalmente il proprio iPhone: scelta di comodità, che a differenza di migliaia di foto condivise per noia, si traduce in stile. Necessità di immediatezza che recupera il senso della fotografia istantanea.
Con la serie fotografica Ultimo paesaggio siciliano Leandro ci conduce in un universo assolato, silenzioso e affascinante. Con sguardo semplice e minimalista, cattura la Sicilia della vita quotidiana e degli angoli dimenticati, dove si fondono modernità, tradizione e devozione. Una Sicilia che mantiene le sue connotazioni, resistendo meglio di altri luoghi all’avanzare della globalizzazione che rende una città uguale all’altra. Il paesaggio povero e scarno, dalle inconfondibili tinte pastello, sembra un invito alla pausa e alla riflessione. Cosa resterà tra qualche anno di questa ultima poetica Sicilia?

Chi è Leandro Colantoni?
Sto cercando di scoprirlo anch’io, forse è questo il motivo per cui fotografo.
Chi ha influenzato maggiormente il tuo stile fotografico?
Nel mondo della fotografia sicuramente Ghirri, ma anche l’immenso lavoro di altri fotografi come Stephen Shore, Jason Fulford o i più contemporanei Piero Percoco, Dmitry Markov e molti altri. Anche il cinema per me è una grandissima fonte d’ispirazione, in questo periodo sto apprezzando molto l’apparente semplicità del cinema di Rohmer.

Parlaci di Ultimo paesaggio siciliano (quando hai iniziato a raccogliere le prime fotografie, com’è nata l’idea, ecc.).
Ultimo Paesaggio Siciliano è un’indagine visiva sulla Sicilia realizzata esclusivamente con un iPhone. Nasce nel 2019, dall’esigenza di parlare della mia terra, di lasciare una testimonianza dell’ultima Sicilia. Tutto il lavoro è focalizzato sui simbolismi e sui clichè che caratterizzano la cultura, le persone e il paesaggio della mia isola.

Perché la scelta di utilizzare un semplice iPhone?
E’ stata una semplicissima scelta basata sulla comodità. Lavorando tutti i giorni avevo bisogno di un mezzo fotografico sempre a portata di mano che mi permettesse di fotografare ovunque io mi trovassi. L’iPhone era la scelta più intelligente.
Esci di casa sapendo esattamente cosa fotograferai o succede e basta?
Succede, esco di casa per fare altre cose, per lavoro o svago, ho smesso da un bel po’ di uscire per fotografare, mi metteva ansia. Per me oggi la fotografia è solo un fatto istintivo, come un gioco, scatto solo quando qualcosa attira il mio sguardo.
Cosa attira di più il tuo sguardo?
Non ho preferenze, sono attratto da tutto, potrei definire il mio sguardo come universale. Mi annoierei se fossi attratto solo da qualcosa di specifico.

Raccontaci un retroscena curioso di una tua foto.
Non saprei. Sarebbe bello immaginarsi il retroscena di una foto. Cosa è successo prima di quel momento? Cosa succederà dopo? Lasciare qualcosa di sospeso dà spazio all’immaginazione. Penso che la fotografia possa servire anche a questo, a creare un mondo immaginario oltre che documentarlo.
Hai mai pensato di lasciare la Sicilia?
Sì, ci penso spesso, ma ad oggi mi ritrovo ancora qui, forse perchè non ne ho mai avuto l’opportunità. Se un giorno scegliessi di farlo, sicuramente non lo farei per sempre, sognerei sempre di ritornare. Negli anni ho creato un legame fortissimo con la mia terra.
C’è qualcosa che non hai ancora fotografato e che ti piacerebbe avere l’opportunità di fotografare?
Si, mi piacerebbe concentrarmi di più sulle persone, sulle loro emozioni, sulle loro vite.

Immagini courtesy of Leandro Colantoni (Portfolio)