Fuori per Le Siepi un nuovo capitolo per la giovanissima cantautrice classe 1996 Lena A.. Tra le dita è un primo assaggio che vede la collaborazione di Giovanni Carnazza e che esplora il tema della fiducia: l’ultimo singolo estivo della scena indie-pop, per chi ama ballare anche sulle canzoni tristi.
Suoni il pianoforte da quando avevi 5 anni: hai sempre voluto fare questo o ci sono stati dei momenti in cui hai pensato di fare altro?
Così come il pianoforte, anche il comporre, lo scrivere, la musica sono state un richiamo. Un’energia a cui è impossibile sottrarsi. Per cui, sì, ci sono stati momenti in cui ho pensato che i miei piani B, C, D sarebbero stati il mio domani, ma poi sono sempre tornata a scrivere, a comporre, ad essere viva così: suonando.
Con che musica sei cresciuta?
Suonavo classico quindi Bach, Chopin, Liszt, ma ricopiavo sui quaderni i testi di Elisa, Carmen Consoli, Marina Rei, Tosca, Niccolò Fabi. Poi un giorno sono andata a lezione di pianoforte ed ho conosciuto Billie Holiday, Etta James, Sarah Vaughan.
Nei tuoi testi ci sono rimandi nascosti alla letteratura, all’arte, al cinema e alla psicologia. Da cosa trai ispirazione per scrivere le tue canzoni?
Dalle mie paure e dai miei desideri. Sono però una persona molto curiosa, quindi talvolta anche dalle paure e dai desideri degli altri.
“Tra le dita” è il tuo nuovo singolo. Raccontaci qualcosa di più.
Tra le dita è il mio primo feat, il primo brano in una veste più moderna ed elettronica. Racconta di quanto sia difficile lasciarsi andare all’interno dei legami, quanto complesso sia superare il velo della superficialità ed entrare in contatto con l’autenticità, creando un vero e proprio scambio.
Com’è nato il featuring con Giovanni Carnazza e cosa ha apportato al progetto di Lena A.?
In quarantena, io e Giovanni abbiamo affrontato un discorso riguardante la fiducia e la difficoltà di gestire questo sentimento così personale. Ho scritto melodia e testo sul beat di Giovanni ed è nata Tra le dita, un brano in cui si evidenzia la consistenza delle parole, che mi piace scegliere con cura, ma risalta anche l’anima elettronica di Giovanni, che ha reso la mia musica meno malinconica e più contemporanea.
Chi altro è stato fondamentale per la realizzazione di questo singolo?
Olga Shapoval per aver ideato il video; Simona, ormai mia sorella acquisita, che mi ha fatto dono di tutto il materiale per il videoclip; Arianna Festa per aver realizzato la copertina del singolo.
Dove vorresti arrivare con la tua musica?
Non vorrei arrivare, vorrei suonare e non fermarmi.
Definisci Lena A. in una frase.
Con tutti i pensieri, giro su me stessa.
Chi è Lena A.
Lena come respiro, fiato, energia. Lena come il soprannome che le ha dato la sua migliore amica. Lena come una parola desueta italiana. E una A puntata come memorandum. Dietro quella A c’è Alessandra Nazzaro, classe 1996, nata sotto il segno dei Gemelli, in arte Lena A. Studia Filologia Moderna, canta da quando ne ha memoria, suona il pianoforte dal momento in cui ha spento le prime 5 candeline. Le parole e la musica sono il fil rouge della sua vita. La sua musica è appartenente al genere pop-cantautoriale, immediata nell’esecuzione ma progettuale nei testi, con rimandi nascosti a diversi mondi: dalla letteratura al cinema, dall’arte alla psicologia. Ogni canzone, una metafora.
Ascolta Lena A. nella nostra playlist su Spotify: