Boreale è Alessandro Morini, cantautore romano che racconta storie malinconiche mescolate a caustiche ironie. Debutta a maggio 2019 con il brano Maggio Novantasei, il cui video viene subito scelto da Corriere.it per l’anteprima. Nello stesso anno escono i singoli Maremoto, Niente e Kilometri che entrano in alcune playlist di Spotify come Scuola indie e New Music Friday. Il nuovo anno vede l’uscita dei singoli Meraviglia e Tienila Stretta questa felicità (comparsa in Indie Italia, Scuola Indie e la Viral 50 – Italia di Spotify). La tua bocca, uscito per Rumore di Zona (distribuzione The Orchard) il 17 settembre, fa da sfondo alla fine dell’estate con arrangiamenti vagamente retrò.
Perché ti chiami Boreale?
Mi piaceva proprio il suono di questo nome, in più mi piaceva che questo mio nuovo percorso avesse i colori dell’aurora boreale.
Come nascono le tue canzoni?
Nascono un po’ ovunque, ma soprattutto in viaggio, in molti viaggi spesso mi appunto tantissime cose e da lì parte tutto.
Raccontaci qualcosa di più del tuo ultimo singolo “La tua bocca”.
La tua bocca è un singolo di fine estate, si porta con sé quella malinconia ma anche quella felicità per qualcosa di molto bello che sta per iniziare.
Qual è il tuo primo ricordo legato alla musica?
Il primo primo fu quando cantavo le canzoni che mia madre metteva allo stereo di casa; tra Battisti, Morandi, Venditti, De Andrè e Baglioni. Ce n’è un secondo che ricordo molto bene ancora oggi in cui provavo a suonare Regalami il tuo sogno di Ligabue con la chitarra (primo approccio allo strumento), fatto di due accordi, cantavo questa canzone ma allo stesso tempo piangevo per il dolore alle dita sanguinanti.
L’album che non ti stanchi mai di ascoltare.
Ce ne sono molti, uno tra questi è Canzoni a manovella di Vinicio Capossela e Siamo solo noi di Vasco Rossi.
Hai un piano-b rispetto al fare musica?
È tutta la vita che mi dedico anche ad altro, riuscire nella musica sarebbe semplicemente riuscire nella mia passione più grande.
Cosa significa oggi essere “indie”?
Essere indie significa essere entrati a far parte di un circuito, dove è nato un grande interesse. In questi anni è stato costruito questo circuito pian piano e ha preso sempre più piede, ed entrare in questo tipo di concezione in qualche modo è diventato un vero e proprio vantaggio.
Progetti futuri?
Entrerò in studio a giorni per ultimare finalmente il mio primo disco, non vedo l’ora!