Fuori da giovedì 17 settembre Vertigine, il nuovo singolo di Levante feat. Altarboy, un brano che fa parte della colonna sonora della stagione finale di Baby, la serie originale italiana Netflix. Vertigine è frutto della collaborazione tra la cantautrice Levante e il duo di producer elettronici Altarboy, formato da Attilio Tucci e Sergio Picciaredda, che ha lavorato alla produzione di questo brano con Antonio Filippelli. A proposito di questa collaborazione gli Altarboy dichiarano:
Prima del lockdown ci trovavamo nello studio di Marco De Angelis, produttore della serie di Netflix “Baby”, per la quale avevamo già scritto quattro brani della colonna sonora delle prime due stagioni insieme ad artisti del calibro di Billie Eilish, Vasco Rossi, James Blake, Vitalic, Chromatics, London Grammar. La lampadina si è accesa con lui che, già innamoratosi del nostro suono, aveva bisogno per la stagione finale della serie, di un brano dal respiro internazionale però cantato in Italiano.
Chi sono gli Altarboy
Altarboy è una storia che nasce nelle cantine dei Parioli, quartiere di Roma dove due ragazzi di sedici anni passavano i pomeriggi a registrare nastri dei loro mix Hip Hop. Il duo di Dj producer e composer formato da Attilio Tucci e Sergio Picciaredda cresciuti a pane e vinile, infarciti di POP 80, Italo Disco e New Wave, entra in sintonia velocemente e si consolida sulla scena dell’elettronica internazionale sia attraverso le proprie produzioni che esibendosi in back to back nei club più importanti di riferimento.
Nel 2010 mentre stanno registrando al Forum Music Village Studio di Roma decidono di dare vita al progetto discografico e live Altarboy. Le produzioni rigorosamente su vinile finiscono sold out negli store più importanti della scena internazionale, Tecnique-Tokyo, Hardwax-Berlino, Techno import-Parigi, Amoeba Music-Los Angeles, Phonica-Londra, Remix-Roma, Serendeepity-Milano, Disco più-Rimini. Il 2017 rappresenta per loro un nuovo inizio.
Concludono la loro residenza al Vicious club di Roma, e tornando alle origini cominciano a lavorare a Way Beyond il loro primo album di pop elettronico dalle atmosfere dream, di cui alcuni singoli sempre presenti nel best of the week di iTunes, vengono inseriti da Netflix nella colonna sonora della serie Baby e da Studio Canal nella serie The Sanctuary. YouTube Music li considera tra i 50 artisti che hanno dettato il suono del 2019. L’album uscito a ottobre 2019 viene presentato live al MAXXI di Roma a Spring Attitude Festival e in una settimana raggiunge 500000 streaming su Spotify.
Da chi sono composti gli Altarboy e come vi siete conosciuti?
Altarboy è un duo composto da Attilio Tucci e Sergio Picciaredda. Ci conosciamo fin dalle elementari e prima che membri di una band siamo e resteremo amici.
Com è nata l’idea il vostro ultimo singolo “Vertigine” e come si è sviluppata (a livello pratico) la collaborazione con Levante?
Dopo l’uscita del nostro album Way Beyond un progetto synth pop dalle atmosfere dream, sentivamo il bisogno di fare qualcosa in italiano poiché è la nostra terra e la nostra lingua e volevamo entrare dalla porta principale in questo mercato. L’idea è nata insieme ai produttori della serie di Netflix Baby Marco e Nicola De Angelis.
Noi eravamo già parte con quattro brani della colonna sonora delle prime due stagioni e per la terza Marco, innamoratosi del nostro suono, pensava che avrebbe potuto funzionare unire un duo indie dal suono internazionale come noi, con una artista italiana già molto affermata come Levante. La collaborazione si è sviluppata durante il lockdown quindi non abbiamo avuto l’opportunità di incontrarci e condividere la fase creativa del brano. Forse questo ci ha addirittura unito di più poiché c’è stata da subito una fortissima sintonia e un grande rispetto per i rispettivi percorsi. E’ stato molto stimolante lavorare con Levante.

Quanto tempo passate in studio e come nasce un vostro brano?
Partiamo dal presupposto che noi ci riteniamo molto fortunati a lavorare nel settore della musica poichè facciamo quello che sognavamo di fare e di questi tempi non è scontato. Noi andiamo in studio praticamente tutti i giorni. La maggior parte del nostro tempo la passiamo lì. Se non consideri la musica come un qualsiasi altro lavoro ma pensi che sia solo divertirsi e uscire o fare tardi la notte sei fuori strada.
Non c’è una particolare ricetta su come nasce un nostro brano. Dietro alle nostre produzioni c’è tanto lavoro molta ricerca sul suono e ci sono momenti anche molto intensi nella composizione. Siamo molto rispettosi del lavoro e della sensibilità artistica dell’altro. Spesso i brani non ci vengono insieme ma sono il frutto dell’ispirazione di uno dei due. Ecco, in quel momento l’altro si mette a disposizione nel cercare di capire, interpretare, migliorare o completare il lavoro.
Cosa vuol dire fare musica per Netflix? A vostro parere, quale caratteristica del vostro stile vi rende adatti ad una colonna sonora e quali sono le atmosfere che riuscite ad interpretare meglio?
Lavorare con Netflix è difficile ma allo stesso tempo stimolante. Loro sono molto esigenti e cercano veramente di abbinare la musica più adatta alle immagini del girato. Oltretutto è una possibilità praticamente unica per chi fa un prodotto internazionale come il nostro, con un clic sei in 196 Paesi e cominci a ricevere feedback di fan che ti scrivono da tutto il mondo e apprezzano il tuo lavoro.
Sicuramente abbiamo un suono riconoscibile che ci identifica e questo in una colonna sonora funziona, ovviamente non può andare su tutto. Siamo molto in sintonia con scene dove c’è movimento, azione, o con scene descrittive dove i nostri synth e le nostre melodie riescono ad arrivare alla pancia.
3 artisti del panorama italiano o internazionale odierno con cui vi piacerebbe collaborare.
Daft Punk, M83, Apparat.
Cosa vi piace del vinile e cosa ne pensate invece delle logiche di mercato relative a Spotify?
Da DJ possiamo dirti che amiamo i vinili e le nostre produzioni di elettronica sono state tutte rigorosamente stampate e vendute in questo formato. Il vinile ha un anima calda, un suo suono caldo e comunica amore per la musica. Per noi non è solo un supporto che contiene musica ma è un oggetto di culto. Forse oggi viene anche reinterpretato così dato che sta riacquistando un suo mercato perfino da interessare nuovamente le major che hanno ripreso a stampare.
Lo streaming in generale ha regolamentato un po’ il discorso della pirateria. Certo, se trovassero formule di remunerazione maggiore oltre a rendere la musica accessibile a tutti permetterebbero anche ad artisti indipendenti e talentuosi di mantenersi tali e liberi di proporre il proprio prodotto senza appiattirsi sul mercato di ciò che va di moda.
Progetti futuri?
Stiamo lavorando a un secondo album e a nuove collaborazioni sia in inglese che in italiano. Manterremo il nostro sound, il nostro marchio di fabbrica, ma continueremo a sperimentare e a contaminarci con generi che ci affascinano.
Descrivete gli Altarboy con una sola frase.
This Tape Should Roll Forever…