Una figura enigmatica e schiva. Occhiaie che solcano profondi occhi azzurri, in grado di suscitare spesso tenerezza in chi lo guardava.
Elia Kazan, regista de La Valle dell’Eden, una volta disse di lui: «Ti veniva voglia di abbracciarlo, di proteggerlo e di badare a lui. Il suo viso era molto poetico, meraviglioso e molto angosciato, pieno di desolazione.»
Se anche a 90 anni esatti dalla sua nascita, sono queste le emozioni che si prova osservando uno dei tanti scatti a James Dean, è anche grazie ad un fotografo che più di altri riuscì a catturare la sua essenza, Dennis Stock.
Il legame tra Dean e Stock, allora già noto e richiesto come fotografo documentarista, si consolidò nel corso di quel viaggio dell’inverno 1955-‘56, iniziato nel Midwest, terra natia dell’attore e terminato a New York. Da quell’esperienza prese vita una biografia visuale sull’attore, realizzata interamente in bianco e nero. Biografia che troviamo raccolta nel libro James Dean (Edizione Thames & Hudson, Stati Uniti d’America, 2015) con fotografie e testi D. Stock/Magnum Photos.
Prima di allora nessuna star di Hollywood aveva voluto mostrare al mondo le proprie origini e la propria quotidianità. Questo significava infatti mettere a nudo l’aspetto intimo, l’identità privata di una celebrità, della quale fino ad allora si conosceva solo il volto pubblico e sociale fornito dal cinema e dai rotocalchi.
James Dean e Dennis Stock tra l’Indiana e New York

Nel febbraio del 1955 i due vengono accolti nell’lndiana dagli zii dell’attore. Jimmy ripercorre la vecchia strada principale di Fairmount come un personaggio uscito da un romanzo della beat generation, con le mani in tasca, berretto da un lato e sigaretta stretta tra le labbra.
Stock lo riprende mentre siede a cena con i parenti, legge le favole al cuginetto, si diverte in mezzo al fango tra gli animali o posa con aria di sfida davanti al trattore dello zio. Torna al negozio dove aveva comprato la sua prima moto e visita al cimitero la tomba della madre, la cui morte precoce è sempre stata fonte di tormento interiore. In altri scatti posa con aria giocosa all’interno delle bare della camera mortuaria, che per strano gioco del destino, avrebbe accolto la sua salma solo sette mesi dopo.
Fairmount è il luogo dove Jimmy fa emergere il suo lato ai più sconosciuto, quello mosso da una semplicità di spirito e da un amore incondizionato per bambini e animali.

Qui si sente un po’ come il Piccolo principe, non a caso suo libro preferito: un giovane inesperto, attratto dal mondo esterno e dal sistema corrotto di Hollywood, ma pur sempre ancorato alla timida quotidianità tipica del mondo rurale.
È nella Grande Mela che emerge invece il lato più conturbato e tragico del ribelle. L’iconico scatto di James Dean che con fare insicuro si aggira per Times Square avvolto da un pesante cappotto nero e con la sua fedele sigaretta in bocca, mostra un ragazzo impacciato nel suo tentativo di affermarsi in una realtà a lui nuova come quella newyorkese, mentre porta con sé il sogno del successo. Vi si scorgono quel fascino desolato e quella gelida solitudine tipica di un qualunque giovane che si sia mai trasferito in una città straniera per seguire la propria strada. Una patologica vulnerabilità che cercherà sempre di nascondere assumendo la posa del duro e forme di difesa come il suo tipico look da motociclista.
James Dean amava farsi fotografare e si rendeva benissimo conto di proiettare l’immagine di un forestiero maleducato, ma, data anche la sua inesperienza giovanile, probabilmente non sapeva neanche lui davvero chi fosse.
L’incertezza della personalità di James Dean emerge proprio dal lavoro di Dennis Stock. Le sue fotografie, con la loro capacità di riportarci al presente di quegli attimi, sono riuscite a passare alla storia facendo sopravvivere nel tempo la vera essenza del giovane attore e contribuendo alla creazione del mito di James Dean.
