In Anima è l’album di debutto Disarmo, il progetto tra RnB e nu-soul di Claudio Luisi, con il pedigree di uno studio iconico come quello bolognese. L’esperienza di Disarmo non è da poco. Ispirato polistrumentista è un autore e compositore estremamente preparato e capace di dar vita a melodie raffinate e coinvolgenti. I progetti a cui si è dedicato lo hanno portato a esibirsi più volte nel prestigioso teatro Ariston, anche come finalista per Sanremo Giovani, e a calcare diversi palchi, tra i quali spicca l’apertura a Vasco Rossi al Modena Park nel 2017. E aprire il concerto di Vasco non è da tutti.
Leggi anche: La Milano di Lorenzo Vizzini è quella in cui tutti vorremmo tornare
Cosa ti ha spinto ad intraprendere lo studio della musica e ad iscriverti al Conservatorio?
In realtà quella del conservatorio non è stata una mia scelta, avevo solo 7 anni e i miei genitori scelsero per me quel percorso dal momento che in casa non smettevo un attimo di far baccano con strumenti giocattolo e non.
3 artisti che hanno influenzato il tuo percorso musicale.
Jeff Buckley, Lauryn Hill, James Blake.
Come ricordi l’esperienza sanremese?
Eravamo una band di età compresa tra i 18 e i 20 anni, in giro per alberghi e studi televisivi, quindi senz’altro molto divertente.
Se dovessi scegliere un solo strumento da suonare per tutta la vita quale sceglieresti?
Pianoforte (almeno mezza coda).
Il 30 marzo è uscito il tuo nuovo album In anima. Qual è a tuo parere il filo rosso che accomuna i diversi brani?
Il desiderio… di evasione, di sentimenti fuori controllo, di contatto.
Qual è il brano all’interno dell’album a cui ti senti più legato?
Macerie, che è il pezzo con cui si apre l’album. È il racconto di un incontro improvviso, che solleva dalle macerie di sogni andati in frantumi. È un ottimo manifesto di tutto il disco.
Cosa fa Claudio quando non è Disarmo?
Faccio un lavoro che accomuna la mia passione per i motori e che mi porta in giro per tutta Italia, quindi sto viaggiando molto nonostante il “periodo”.