Nel mentre (Lato A) è il titolo del primo album ufficiale di Maggio, esordio anticipato dal singolo Ora Vorrei (Asian Fake/Sony Music Italy, prod. Tanca). L’album traccia un percorso segnato da cambiamenti, errori e nuovi inizi.
Maggio (Roberto He) è nato a Roma e ha 26 anni. La scrittura diventa chiodo fisso dall’adolescenza in poi, una passione che cerca e attraverso la quale trova uno specchio in cui studiarsi, crescere: quello specchio è Klen Sheet, in primis il nome del cane scomparso a cui Maggio pensa spesso ma anche e soprattutto la squadra di amici (Maggio, Ngawa, P Lo Bro, RatemaJca, Tanca e Monoryth) tutta dedita alla musica e a quella cosa multi-significato che chiamiamo arte.
Il trasferimento a Milano di un paio d’anni fa non ha intaccato l’accento romano, o l’attitudine che Roma (bellezza assoluta e disagio profondo come due facce della stessa medaglia) regala ai propri figli, quanto meno a quelli che la sanno accogliere. Nella city conosce il producer Tanca, con cui inizia a lavorare perché le parole appese a quei fogli strappati si traducano in musica: nasce così Manuale di sopravvivenza per fiati corti, il primo EP di Maggio e Tanca ma di Klen Sheet in senso esteso, è infatti la crew a seguire lo sviluppo di tutto il progetto, dalle note alla cover.
Maggio lavora anche nella moda, bacino diverso ma spesso parallelo a quello della musica. Riguardo quest’ultima, a chiedergli come definirebbe la propria, risponde “emo-rap” ma solo perché poche cose l’emozionano come una barra chiusa a dovere. Raffreddore è il brano con cui segna un nuovo capitolo di carriera, ossia l’ingresso di Maggio nel roster di Asian Fake, a cui segue Latte Versato, entrambi estratti dall’EP I Nostri Fallimenti pubblicato il 22 novembre 2019.

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Com’è nato l’amore per la scrittura?
Ho iniziato a scrivere semplicemente perché era un’attività che potevo concedermi, pensando di fare qualcosa di utile rimanendo privo di pressioni. Col tempo mi rendevo conto che oltretutto mi piaceva. Quando ho iniziato a notare che era l’unica cosa che durante gli anni continuavo a fare, e a pensare, ho capito che, sottilmente e senza accorgermene, lo scrivere era diventato uno dei miei modi per esprimermi.
Tre artisti che ti hanno ispirato a fare musica.
Gazebo Penguins, Modern Baseball, Yellowcard, Sigur Rós, Fabri Fibra. Cinque perché probabilmente sarebbero molto di più.
Hai pubblicato il singolo Ora Vorrei a metà aprile e presto è in arrivo il tuo primo album. Puoi descriverci qual è il filo rosso che lega i brani?
Il filo rosso che lega i brani è un filo intessuto di vari fili rossi, credo. Ci sono vari motivi per dover ascoltare questo progetto dall’inizio alla fine. Il filo rosso più evidente è l’evoluzione che io stesso ho attraverso i pezzi, sia da un punto di vista sonoro che strettamente umano/personale. Col susseguirsi degli ascolti poi ci sono altri fili rossi che si possono seguire per cogliere le varie sfumature che ho voluto sviluppare assieme ai producers dei brani.
Cos’è Klen Sheet e che riveste nel tuo percorso artistico?
KLEN SHEET è il collettivo che ho quasi inconsciamente creato poco prima di trasferirmi da Roma a Milano. È il motivo per il quale voglio esprimermi, oltre ad essere la miccia che ha fatto nascere in me quel senso di consapevolezza e responsabilità di cui avevo bisogno per fare qualcosa della mia vita una volta finita l’università. All’interno del collettivo poi ci sono persone con le quali condivido un percorso, cosa che ritengo fondamentale per apprezzare appieno quest’esperienza di vita.
Come descriveresti la musica che crei?
Sincera, altalenante e brutalmente terra terra nel suo vivere in aria.
Cosa ti piace fare quando non ti occupi musica?
Negli ultimi anni penso più spesso del dovuto al flusso di lavoro che si genera attorno alle cose che scrivo, ma quando ho un po’ di tempo libero probabilmente mi ritrovo a giocare a Brawlhalla o a guardare un film – o entrambi – oltre che a strimpellare un basso elettrico che ho portato a gennaio da Roma a Milano.
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