Emanuele Ferrari fa parte della top 100 dei fotografi internazionali più influenti sul web (primo tra gli italiani), secondo la classifica del portale inglese xxlpix.net. Stilata in base al Web Popularity Index, la graduatoria segue fattori come visibilità e interazioni.
Tra i brand internazionali con i quali Emanuele ha collaborato figurano Diesel, Krizia, Moschino, LIU JO, Sony Italy, Nike, Coca Cola, Fila, Calzedonia, Fendi, Zalando e MAC Cosmetics, solo per citarne alcuni. Può inoltre vantare svariate pubblicazioni per magazine italiani e internazionali come Vogue Italia, L’Officiel, Rolling Stone, D La Repubblica, Vanity Fair, Cosmopolitan.
Emanuele Ferrari nasce e vive a Milano praticamente da sempre, fatta eccezione per una parentesi romana a cavallo delle elementari. Della città eterna gli rimane appiccicata addosso la tendenza alla battuta pronta e il piacere di stare in compagnia. Ha una quasi laurea in Economia e commercio, una carriera da informatico e una passione per i social che “usa” e studia come strumento di lavoro. La fotografia è la sua seconda vita professionale, un approdo tardivo da autodidatta e appassionato, che sfocia nel metodico al limite del maniacale.
Negli scatti che ha selezionato per noi ritroviamo il gusto del gioco, dell’erotismo irriverente e una predilezione per i dettagli del corpo femminile che diventano soggetti a sé stanti. Una fotografia fashion che non si prende troppo sul serio, pur facendo meticolosamente sul serio.
Quando hai capito che potevi fare della fotografia una professione?
Quando la fotografia è diventata un’esigenza: era lo strumento attraverso il quale riuscivo ad esprimermi nel modo più immediato ed efficace. Sono arrivato tardi alla fotografia, ma ha sempre fatto parte della mia vita: prima una passione, poi un’impellenza comunicativa e infine un lavoro che amo e dal quale sono ricambiato.


Scatti sempre in digitale o anche in analogico?
Professionalmente nasco come fotografo digitale, ma non ho mai resistito al fascino dell’analogico. Scatto in analogico per passione, per quel gusto vintage che regala questo tipologia di fotografia, ma anche per lavoro. E per sfida con me stesso: l’adrenalina di gestire tutto il processo fotografico è qualcosa di vitale e imprescindibile.
Hai dei riferimenti in ambito fotografico (o cinematografico)?
Essendo un autodidatta della fotografia in quanto non ho mai frequentato una scuola, la mia formazione è fondamentalmente conoscitiva. Colleziono libri dedicati ai fotografi, mi piace perdermi nella loro arte immaginifica, cerco di capire, carpirne i segreti, le ispirazioni. Tra i miti…TERRY su tutti.
Raccontaci una collaborazione o un set fotografico, a cui sei particolarmente legato.
Sono tanti i set a cui sono legato, ma il primo lavoro mi è rimasto nel cuore. Era un brand di lingerie e mi sono trovato catapultato su un set in Costa Azzurra, l’inizio di un sogno.
Se potessi scegliere, quale personaggio noto ti piacerebbe fotografare?
Chi mi conosce sa che ho una grandissima passione calcistica, uno dei miei sogni è scattare con il capitano, Alessandro Del Piero (mio figlio si chiama Alessandro non a caso). Lato moda una delle mie grandi passioni è Kate Moss.


I social media, gli influencer, i contenuti generati dagli utenti, stanno secondo te modificando il mondo della fotografia di moda?
Lo hanno fatto negli ultimi anni, da una parte democratizzando il mondo delle immagine, ma al contempo appiattendolo anche. Tutti possono scattare e pubblicare, e spesso viene meno l’accuratezza, la qualità, la ricerca. Non esiste più confine tra ciò che appare e ciò che è realmente. Negli ultimi anni però c’è un ritorno alla concretezza, alla fotografia come arte e come linguaggio della comunicazione con una sua identità forte e autorevole che arricchisce i social, anziché impoverirli.




Immagini courtesy of Emanuele Ferrari (Portfolio)