Il 2021 è stato un anno ricco di uscite cinematografiche in quanto moltissimi film che dovevano uscire nel 2020 hanno slittato di un anno la loro uscita causa pandemia da Covid-19. Ecco dunque i 10 migliori film del 2021 secondo la redazione di Ulai: i più premiati, i più discussi e quelli che abbiamo semplicemente preferito.
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1. È stata la mano di Dio

Non potevamo non iniziare con l’ultimo capolavoro di Sorrentino, nella shortlist dei 15 migliori film internazionali candidati agli Oscar e in corsa per il Golden Globe come miglior film straniero. Con Filippo Scotti (alter ego di Sorrentino), Toni Servillo, Teresa Saponangelo, Marlon Joubert, e una memorabile Luisa Ranieri, È stata la mano di Dio prende spunto dalla biografia del regista, dando vita a un racconto di formazione, tanto poetico quanto tragico. La narrazione semplice e lineare, inanella una serie di scene oniriche e dialoghi epifanici (“non ti disunire!”) che disegnano bene la struttura (o non struttura) della memoria, sullo sfondo di un’iconica Napoli anni 80.
2. Rifkin’s Festival

Woody Allen torna a far sorridere gli “intelligenti”. Una coppia statunitense si reca in Spagna per partecipare al Festival internazionale del cinema di San Sebastián. I due si innamorano però di altre persone: lui di una dottoressa spagnola più giovane e lei di un affascinante regista francese (Louis Garrel). Il protagonista, Mort Rifkin (Wallace Shawn), è innamorato e al contempo perseguitato dal cinema che ama lo stesso Allen. Tra il ménage a quattro e la seduta psicoanalitica, il film è in realtà un esercizio di stile per cinefili esperti, un susseguirsi di citazioni (Fellini, Bergman, Buñuel, Truffaut, Godard, Lelouch), che celebrano la settimana arte con ironia e un pizzico di nostalgia.
3. Nomadland

Scritto, diretto, co-prodotto e montato da Chloé Zhao, ha vinto il Leone d’oro alla 77ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, il Golden Globe per il miglior film drammatico e per la miglior regia, nonché tre Oscar, per il miglior film, la miglior regia e la migliore attrice protagonista. Racconta la storia di Fern (Frances McDormand), una donna sulla sessantina del Nevada, che – a seguito del crollo economico, dovuto alla Grande Recessione – ha perso il suo impiego presso l’azienda nella quale lavorava. Vedova e senza lavoro, decide di compiere un gesto inaspettato: vendere tutto ciò che ha per comprare un furgone e tentare la vita on the road verso gli stati occidentali.
4. Un altro giro

Diretto da Thomas Vinterberg e interpretato magistralmente da Mads Mikkelsen, Un altro giro ha vinto il Premio Oscar 2021 come Miglior Film Internazionale. Quattro amici sperimentano una strana teoria per stimolare la propria mente: bere regolarmente ogni giorno, fino a perdersi. Senza retorica ne superficialità, il regista danese riflette sul concetto di libertà e sulla componente di angoscia che questa comporta. Se amate Kierkegaard, amerete anche il compatriota Vinterberg.
5. The Father – Nulla è come sembra

Diretto da Florian Zeller, al suo esordio alla regia, interpretato da Anthony Hopkins ed Olivia Colman, è l’adattamento cinematografico della pièce teatrale dello stesso Zeller Il padre (2012). Anthony Hopkins, che si aggiudica l’Oscar come Miglior Attore Protagonista, è un padre anziano che rifiuta tutte le forme di cura e assistenza da parte della figlia. Mentre cerca di dare un senso alla sua esistenza che inevitabilmente cambia, inizia a dubitare di tutti coloro che ama, della sua mente e persino della sua stessa realtà.
6. Il potere del cane

Western atipico scritto e diretto da Jane Campion e interpretato da Benedict Cumberbatch, Kirsten Dunst, Jesse Plemons e Kodi Smit-McPhee, si aggiudica il Leone d’argento – Premio speciale per la regia, alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Siamo nel 1925, in Montana: l’arrivo di una donna e di suo figlio al range dei fratelli Burbank destabilizza Phil, l’incarnazione dell’ideale machista del cowboy. Le sconfinate praterie e i richiami classici al genere, si contrappongono all’introspezione profonda che lacera i personaggi, in una trama lenta e tesissima. Un twist finale così ben riuscito non si vedeva da tempo.
7. Don’t look up

Don’t look up di Adam McKay è l’acclamato film prodotto da Netflix, interpretato da Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence. Al centro della trama c’è una cometa che fa rotta sulla terra, lasciandole sei mesi di vita. Un film apocalittico, tipicamente Hollywoodiano, che strizza l’occhio alla generazione Greta Thunberg. Letto da molti come opera-simbolo dei nostri giorni, è una metafora della società e della politica che rimane sorda al grido d’allarme degli scienziati. Unica perplessità: forse ci si poteva concentrare di più sullo sviluppo della storia e meno sul cast stellare.
8. Madres Paralelas

Scritto e diretto da Pedro Almodóvar, è stato presentato in concorso alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il destino di una madre single, fotografa e a sua volta erede di una famiglia senza uomini, si incrocia con quello di Ana, madre adolescente, figlia di una famiglia borghese e agiata che non si è mai preoccupata di lei. Il film, interpretato da Penélope Cruz e Milena Smit, ripropone e rilancia l’universo di Almodovar, con i suoi colori accesi, i drammi sentimentali e le protagoniste femminili, sullo sfondo socio-politico spagnolo.
9. Dune

Diretto da Denis Villeneuve, Dune è tratto dall’omonimo romanzo di Frank Herbert, già trasposto da David Lynch nel 1984. È la storia di una guerra stellare nell’anno 10191 per il dominio di Dune, un pianeta che produce una sostanza che allunga la vita. Tra gli ottimi presupposti del film ci sono Hans Zimmer alla colonna sonora, Timothée Chalamet e partecipazioni straordinarie di divi come Sting e Max von Sydow.
10. Spencer

Diretto da Pablo Larraín e sceneggiato da Steven Knight è la “ricostruzione immaginaria”della decisione di Lady Diana, interpretata da Kristen Stewart, di divorziare dal Principe Carlo.
Siamo tutti cresciuti sapendo cos’è una favola, ma Diana Spencer ne ha cambiato il paradigma e ha ridefinito le icone idealizzate della cultura pop, per sempre. Questa è la storia di una principessa che ha deciso di non diventare regina, ma ha scelto di costruirsi da sola la propria identità. È una favola al contrario. Sono sempre rimasto molto sorpreso dalla sua decisione e ho sempre pensato che deve essere stata molto dura da prendere. Questo è il cuore del film.
La Biennale.org
Presentato in concorso alla 78ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, approderà nelle sale italiane nel 2022.